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A ottobre 2016 è avvenuto lo storico sorpasso. È stato superato il “punto di non ritorno” che vede il 51,3% di utenti collegarsi da mobile e tablet verso il 48,7 % da desktop. Era un trend previsto ma oggi più che mai è importante riflettere su questo dato per studiare delle strategie social sempre più corrette e attuali.

La prima riflessione che viene in mente è che la vera sfida, ancor prima che sull’engagement, è sull’“attenzione” da parte degli utenti.
È facile intuire come un utente mobile potrebbe avere molte più distrazioni rispetto allo stesso utente che naviga il web e i social da un computer fisso, magari comodamente da casa o dall’ufficio.

Cosa fare concretamente? Incrociando questa informazione con quella del continuo calo della visibilità organica (gratuita) dei contenuti social la soluzione è abbastanza chiara: i brand dovranno abituarsi a pubblicare meno spesso, ma contenuti di qualità maggiore e con un minimo di investimento pubblicitario (anche solo pochi euro come test).

Spesso ci dimentichiamo che gli utenti non vedono i nostri post nello stesso modo e con la stessa attenzione con cui li pensiamo e li vediamo noi prima di pubblicarli. L’utente in realtà vedrà il nostro post su uno smartphone, magari mentre è in macchina per andare a lavoro o in fila al supermercato, e la “competizione” è con il post precedente al nostro e quello successivo che potrebbero essere dei nostri amici e parenti.
Si rischia in un attimo che il dito scorra sullo smartphone e con un rapido gesto il nostro post scompaia dall’attenzione e dallo schermo dell’utente.
Se invece riusciremo a incuriosire e ad attirare l’attenzione con contenuti di qualità maggiore sarà l’utente stesso ad abituarsi a controllare i nostri post/video ogni volta che li pubblicheremo.

Ora il valore aggiunto non sta nell’avere una fan page ma nella strategia per assicurarci che i contenuti vengano visti da coloro che sono interessati a determinate tematiche.
L’errore classico che si fa è quello di produrre molti contenuti per “tenere la pagina attiva” senza prevedere un budget per promuoverla. Facebook è ormai a tutti gli effetti un “paid media” e i veri benefici li offre quando viene attivata la parte pubblicitaria, anche iniziando solo con pochi euro.

Un altro errore comune è la corsa alla cronaca, in modo più o meno pertinente, ossia il Real Time Marketing, trend molto diffuso su Facebook.
La migliore guideline per una strategia di successo è il buon senso, ossia cavalcare i temi a noi affini e rilevanti per il target cercando di giocare in modo intelligente per incuriosire o strappare un sorriso agli utenti.

Ciò che bisogna ricordare è che il vero beneficio dei social non è la possibilità di pubblicare un contenuto “dall’alto verso il basso”, come avviene negli altri media, ma la speranza che siano gli utenti a condividerlo “orizzontalmente” con la loro rete di contatti. Difficilmente gli utenti condivideranno con i propri contatti qualcosa di forzato e poco interessante.

Quindi…
– cattura l’attenzione degli utenti
– investi nella qualità dei contenuti invece che nella quantità
– pensa sempre in un’ottica “mobile first”