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Se ne è parlato tanto: da quando Instagram ha iniziato a mostrare i post sui nostri feed basandosi su un algoritmo invece che sulla data di pubblicazione, molti addetti ai lavori hanno assistito a una battuta d’arresto in termini di reach e engagement.

Questo però non significa che l’algoritmo penalizzi le nostre attività a priori, anzi, ha aperto nuovi interessanti scenari.

Infatti, essendo aumentato il numero di utenti negli ultimi anni, è lecito aspettarsi sia aumentato proporzionalmente anche il volume di contenuti. Di conseguenza, se gli utenti seguono un numero maggiore di profili, questi avranno un volume sempre più grande di contenuti nel proprio feed, contenuti che – lo dice uno studio condotto proprio da Instagram – nel 70% dei casi non vengono neppure visti se il feed è ordinato cronologicamente.

In questo scenario è stato sviluppato quindi l’algoritmo che premia i contenuti rilevanti, interessanti e pubblicati al momento giusto. In altre parole, capaci di creare interazioni.

Vediamo alcuni tips & tricks che possono aiutarci a spingere sull’acceleratore dell’engagement.

1. C’è un tempo per tutto.
Se in precedenza trovare l’orario giusto per pubblicare non costituiva un fattore imprescindibile, oggi il tempo rappresenta un elemento critico dell’algoritmo.

Pubblicare un contenuto nel momento giusto (ovvero nel picco di presenze della tua audience) può fungere da volano: un primo engagement elevato porta l’algoritmo a premiare il contenuto spingendolo nel feed dei tuoi follower.

Criticità: l’aspetto più complesso è comprendere l’orario (o moltitudine di orari!) giusto per la propria audience. In questo caso ci viene in aiuto lo strumento Insights di Instagram Business che ci fornirà una panoramica dell’audience suddivisa per giorni e fasce orarie.

orari

 

2. Non temere i video!
Se più di una ricerca ha dimostrato che le foto portano a un engagement globale maggiore rispetto ai video, la pratica ci mostra una fotografia leggermente differente.

Infatti, mentre le foto ottengono mediamente più like, i video – dal canto loro – generano tendenzialmente più commenti (in alcuni casi addirittura il doppio!).

Da un punto di vista tecnico non è chiaro se l’algoritmo esercita preferenze tra like e commenti ma possiamo immaginare preferisca i commenti. Di fatto, scrivere un commento presuppone uno sforzo maggiore rispetto ai due tap del like e questo si traduce in un ranking più elevato del post.

Criticità: sviluppare contenuti video accattivanti può non essere semplice ma articolarli in un piano editoriale di ampio respiro può aiutare a distribuire l’attività su più tempo senza perdere di vista gli obiettivi.

 

3. Racconta Storie
Non solo fare storytelling, ma usare gli strumenti messi a disposizione. Dal paper “State of Social Media 2016 Report” è emerso che, a fronte di un 63% di addetti intervistati, solo il 16% ha mai usato o creato delle Instragram Stories.

Riflettiamo un attimo sullo strumento: è collocato SOPRA il feed, prima di qualunque altro contenuto.

Questo si traduce nell’opportunità di carpire l’attenzione del follower prima di chiunque altro e – soprattutto – aiutare la generazione di interazioni tra brand-post-follower, tutto a beneficio dell’algoritmo.

Criticità: per rendersi visibili però bisogna mantenere alta la soglia di attenzione dei follower, obiettivo che possiamo raggiungere pubblicando storie regolarmente.

stories

 

4. Show must go LIVE!
Uno strumento per certi versi simili a storie e video è il live. Quando si fa uno streaming live, il video viene sponsorizzato nel piccolo feed delle stories con un badge “LIVE”.

Alcuni studi hanno evidenziato come ad una maggiore frequenza di pubblicazioni “live” corrisponda una maggiore esposizione dei contenuti non-live nei feed degli utenti.

Una spiegazione può essere dovuta all’esposizione del brand: l’evidenziazione dell’attività live porta indirettamente a curiosare sulla pagina del brand e, di conseguenza, a un aumento delle interazioni sui contenuti non-live. Vedere il logo in cima al feed – insomma – incoraggia gli utenti a visitare il profilo Instagram.

Dal paper “State of Social Media 2016 Report” è emerso che solo il 27% degli intervistati crea contenuti live costituendo così un piccolo segmento ancora poco presidiato e quindi caratterizzato da elevata visibilità.

Criticità: non tutte le situazioni possono essere comunicate LIVE. Spesso può essere necessaria un po’ di organizzazione dietro le quinte.

 

5. Sponsorizza!
Può sembrare un controsenso dato che parliamo di strategie organiche, ma promuovere un post esistente indirizzandolo verso un’audience appropriata può fungere da driver per l’intero profilo e aiutare a posizionare in classifica anche altri contenuti.

Criticità: è importante scegliere bene il post da promuovere. In questo caso ci vengono in aiuto gli insight di Instagram business. Potremo infatti filtrare i post per numero di interazioni negli ultimi 7 giorni ottenendo così i “top post”. Poiché questi sono stati i più apprezzati dai nostri follower, è lecito aspettarsi che otterranno lo stesso apprezzamento dal target a cui li andremo a proporre.

filters

 

6. Less is more
Scomodiamo Van Der Rohe non per caso: vediamo profili subissati di pubblicazioni, spesso più di una a distanza di pochi minuti.

Ora, questo tecnicamente non è un errore (l’algoritmo non sembra penalizzare un feed molto vivace) ma pensiamoci bene, non potremmo investire lo stesso tempo per fare pubblicazioni più diradate e qualitativamente migliori?

Abbiamo visto come i contenuti di qualità vengano premiati indirettamente grazie alle interazioni che generano, meglio allora concentrarsi su pochi contenuti ma di elevata qualità.

 

7. Specificità
Avendo parlato in lungo e in largo di qualità, non potevamo esimerci dal toccare l’argomento: l’unico modo per produrre contenuti di elevata qualità è quello di progettare in modo verticale per il canale.

Nella fattispecie, essendo Instagram molto visuale (notevolmente rispetto Facebook, enormemente rispetto Twitter, ad esempio), questi pone un forte accento proprio sulla componente grafica o fotografica del post, penalizzando quella testuale.

Questo non significa necessariamente pubblicare contenuti esclusivi, anzi: il crossposting tra piattaforme è una sfida interessante dato che ti costringerà a trovare le soluzioni migliori unendo contenuto, forma e canale. A parità di contenuto si possono però dare tagli differenti in base al canale considerando che gli utenti ci potrebbero seguire proprio in base alle specificità del canale stesso.

 

8. Sii Genuino!
Usciamo dal seminato dell’algoritmo in senso stretto per toccare un argomento più aleatorio: la genuinità.
Gli algoritmi vengono sviluppati per offrire un servizio a fronte di un coinvolgimento genuino e qualitativamente importante delle persone sulla piattaforma.

Adottare un atteggiamento (pro)positivo viene quindi premiato di riflesso (ma non solo, mi verrebbe da pensare!). Vediamo alcune best practices:

• Pubblica contenuti rilevanti e pertinenti per la tua audience

• Rispondi velocemente e in modo pertinente ai tuoi follower

• Ringrazia quando qualcuno commenta (Sì, anche se il commento viene da un bot)

• Non usare bot o app per commentare massivamente (ti dicono niente i vari “Awesome!” e “Greatpic!” ?)

Costruisci relazioni con gli altri profili prossimi a te, interagisci!

 

 

Questo post è stato liberamente tradotto e ispirato dall’articolo “How to increase your organic reach on Instagram” di Buffer.com